CHIESA: BAGNASCO (CEI), RIPENSARE IL SERVIZIO CIVILE COME TIROCINIO DEL NOI
(AGENPARL) – Roma, 28 gen - Il
cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione al Consiglio permanente
dei vescovi italiani di ieri ha spiegato come i vescovi italiani vogliano
“essere compagni di strada”, e non “censori arcigni”, dell’uomo di oggi,
credente e non credente.
La revisione dello Statuto della Cei, il Sinodo
sulla famiglia, il grande appuntamento del 10 maggio per la scuola in piazza S.
Pietro con il Papa – a cui sono invitati “tutti coloro che – a prescindere dal
proprio credo, sono convinti della posta in gioco per i giovani, le famiglie,
la società” – sono stati gli argomenti al centro dell’attenzione della Cei in
questi giorni.
Tra le proposte c’è anche quella di “ripensare seriamente
delle forme organiche di servizio civile, che siano delle tappe di vita e dei
tirocini del noi”.
Alla base, quella “visione antropologica veramente
umanistica per cui - anche per chi non crede - la persona non solo vive di
relazioni ma è relazione; i diritti e i doveri restano tali e i desideri
restano desideri; alle cose si riconosce la loro specifica natura, e le
differenze vengono dichiarate per quello che sono con rispetto e senza smanie
di omologazioni forzate o violente”.
“Nel nostro Occidente – la denuncia –
sembra di assistere ad uno strano paradosso: quanto più si parla di società e
di bene comune, di rispetto e di diritti, tanto più si rivela arrogante il disegno
oscuro di omologare tutto e tutti”.
Nel nostro Paese, persiste una “grave discriminazione per cui da un lato si riconosce la libertà educativa dei genitori, e dall’altro la si nega nei fatti, costringendoli ad affrontare pesi economici supplementari”.
È il grido
d’allarme del cardinale Bagnasco, che ha ricordato che la Chiesa “ha nel suo Dna la
missione di evangelizzare e di educare”, e che “il compito educativo oggi è una
missione chiave”, come dice Papa Francesco. L’Italia di oggi “ha bisogno di
lavoro e di famiglia”.
Così il cardinale ha concluso la prolusione,
citando il lavoro di consultazione “grande e capillare” fatto dalla Chiesa
italiana in vista del prossimo Sinodo sulla famiglia e auspicando che
quest’ultima sia “sostenuta da politiche più incisive ed efficaci anche in
ordine alla natalità, difesa da tentativi di indebolimento e promossa sul piano
culturale e mediatico senza discriminazioni."
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