venerdì 31 gennaio 2014

Anche la CEI rilancia il Servizio Civile !



CHIESA: BAGNASCO (CEI), RIPENSARE IL SERVIZIO CIVILE COME TIROCINIO DEL NOI


(AGENPARL) – Roma, 28 gen -  Il cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione al Consiglio permanente dei vescovi italiani di ieri ha spiegato come i vescovi italiani vogliano “essere compagni di strada”, e non “censori arcigni”, dell’uomo di oggi, credente e non credente.  

La revisione dello Statuto della Cei, il Sinodo sulla famiglia, il grande appuntamento del 10 maggio per la scuola in piazza S. Pietro con il Papa – a cui sono invitati “tutti coloro che – a prescindere dal proprio credo, sono convinti della posta in gioco per i giovani, le famiglie, la società” – sono stati gli argomenti al centro dell’attenzione della Cei in questi giorni. 

Tra le proposte c’è anche quella di “ripensare seriamente delle forme organiche di servizio civile, che siano delle tappe di vita e dei tirocini del noi”. 

Alla base, quella “visione antropologica veramente umanistica per cui - anche per chi non crede - la persona non solo vive di relazioni ma è relazione; i diritti e i doveri restano tali e i desideri restano desideri; alle cose si riconosce la loro specifica natura, e le differenze vengono dichiarate per quello che sono con rispetto e senza smanie di omologazioni forzate o violente”.

 “Nel nostro Occidente – la denuncia – sembra di assistere ad uno strano paradosso: quanto più si parla di società e di bene comune, di rispetto e di diritti, tanto più si rivela arrogante il disegno oscuro di omologare tutto e tutti”.

Nel nostro Paese, persiste una “grave discriminazione per cui da un lato si riconosce la libertà educativa dei genitori, e dall’altro la si nega nei fatti, costringendoli ad affrontare pesi economici supplementari”

È il grido d’allarme del cardinale Bagnasco, che ha ricordato che la Chiesa “ha nel suo Dna la missione di evangelizzare e di educare”, e che “il compito educativo oggi è una missione chiave”, come dice Papa Francesco. L’Italia di oggi “ha bisogno di lavoro e di famiglia”. 

Così il cardinale ha concluso la prolusione, citando il lavoro di consultazione “grande e capillare” fatto dalla Chiesa italiana in vista del prossimo Sinodo sulla famiglia e auspicando che quest’ultima sia “sostenuta da politiche più incisive ed efficaci anche in ordine alla natalità, difesa da tentativi di indebolimento e promossa sul piano culturale e mediatico senza discriminazioni."

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