mercoledì 25 giugno 2014

SERVIZIO CIVILE: DOPO 40 ANNI

Quegli articoli dei giornali di 40 anni fa che raccontano la storia del servizio civile dei primi obiettori di coscienza, aiutano a leggere la storia di tanti giovani che oggi scelgono di fare il servizio civile.

Le radici dell’esperienza odierna sono quelle di allora: un modo alternativo di difendere la Patria con mezzi non militari in nome della nonviolenza, la solidarietà verso e con le fasce deboli della popolazione come valore costituzionale vissuto in prima persona, dedicando il proprio tempo e “sporcandosi le mani”.
 

Sull’argomento due sono oggi gli elementi di novità.
 

Il primo è che il servizio civile è stato individuato come una delle misure del programma europeo “Garanzia Giovani” finalizzato all’occupabilità che le Regioni stanno attuando a partire dal 1° maggio 2014.
 

E’ il riconoscimento, tardivo, che il servizio civile in questi 40 anni - oltre ai compiti di formazione delle coscienze e aver risposto ai tanti bisogni nei campi dell’ assistenza, della cultura, dell’ambiente - ha svolto anche il prezioso compito di veicolare i giovani verso l’occupazione.
 

Intendiamoci: il servizio civile non ha il compito specifico di offrire lavoro!” Ci mancherebbe!
Ma quante cooperative hanno tra i propri soci e tra i propri dirigenti persone che hanno svolto all’interno il Sc come obiettori e poi sono rimasti!
In una ricerca effettuata su un campione significativo di giovani volontari emerge che oltre il 30% ha trovato occupazione nell’Ente presso il quale ha svolto il servizio civile o grazie alle attività svolte durante il servizio.

Il secondo elemento di novità è l’avvio di un programma che coinvolge giovani per un servizio civile “speciale”: “Corpi civili di pace”.
I giovani impegnati in questo programma svolgeranno un anno di servizio e hanno l’obiettivo  della prevenzione, mediazione, riconciliazione, interposizione, osservazione e denuncia, dissuasione della violenza tramite la presenza in territorio di conflitto, in Italia e all'estero;  civili disarmati ma adeguatamente formati, con il ruolo di Operatori di Pace.
E’ stato il nostro amico Giulio Marcon, già obiettore di coscienza e oggi deputato al Parlamento, che ha pervicacemente insistito presentando un emendamento  per “l'organizzazione del contingente secondo quanto previsto dall'articolo 12 del decreto legislativo 5 aprile 2002, n.?77”, secondo il quale i giovani volontari “possono essere inviati all'estero anche per brevi periodi nelle forme stabilite…”: emendamento prima respinto poi fatto proprio dal Governo.

Possiamo proprio dire che quell’albero piantato dai giovani di 40 anni fa , quegli obiettori di coscienza considerati  ieri  minoranze attive ma capaci di indignarsi e di pagare di persona, ha radici solide e produce frutti.
 

Michelangelo Chiurchiù

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