sabato 4 aprile 2015

Don Vinicio al programma "A Sua Immagine" su Rai Uno





Roma 04.04.2015  “Quando incontri una mamma 80enne con un figlio 60enne che sembra un bambino perché disabile mentale, lei ti dice: ‘Meglio che io me ne vada un minuto dopo di lui, nessuno può volergli bene come me, e se me ne vado chi ci penserà a mio figlio?’. Passano la vita aggrovigliate in questo dolore, combattenti, ma soprattutto soddisfatte per aver dato a questo figlio o figlia in difficoltà il fatto di stare meglio”.



 Lo ha detto don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, commentando il Vangelo del Venerdì Santo lo scorso 3 Aprile, su Rai Uno, al programma “A Sua Immagine”, insieme a don Luigi Ciotti, a don Gino Rigoldi e a don Maurizio Patriciello (foto). Sacerdoti della strada, come amano definirsi, ciascuno impegnato su fronti sociali diversi, in lotta contro le tante facce della povertà, alle prese con storie di dolore, di sofferenza. Quattro preti di strada hanno commentato una delle pagine del Vangelo più suggestive, più intense, accompagnando i telespettatori dentro il mistero della morte e della resurrezione di Gesù. Il vento nella Chiesa è proprio cambiato con l’avvento di Papa Francesco. Si avverte come la necessità, anche a livello mediatico, di tradurre in pratica quello che Papa Francesco predica, e questa è davvero una svolta significativa.

E rispetto a quelle pagine del Vangelo che ricordano l’abbandono del Cristo e il pianto della Madre, don Vinicio Albanesi aggiunge: “Ricordo un ragazzo disabile gravissimo che si placava solo se appoggiava la mano sul braccio della mamma. Davanti a queste scene scopri che le capacità umane superano i limiti”. Ma don Vinicio e gli altri sacerdoti hanno messo in luce quanta negatività assale il mondo, affondato dentro logiche individualiste di sopraffazione dell’altro, di negazione della legalità e della giustizia sociale. “C’è una beatitudine evangelica che noi preti abbiamo un po’ stravolto: ‘Beati i puri di cuore’ – in un altro intervento di don Vinicio. - Sono i puri di cuore, i trasparenti, che non dicono menzogne e sono leali, coraggiosi, generosi. Ma questa nostra società è ormai ammantata da una serie di schermi razionali, di convenienza. Il sistema sociale non solo ha ammazzato i sogni, ma li ha deviati, il che è ancora peggio. Nasciamo circondati da misteri, come un fiume che fuoriesce dalla montagna e arriva al mare. Abbiamo bisogno di Qualcuno che dia un senso e una speranza a questo percorso”. A questo proposito il presidente della Comunità di Capodarco ha ricordato “un ragazzo che al funerale della sorella disse dal pulpito: ‘Dio ce l’ha data, Dio ce l’ha tolta’, esprimendo una fede profonda. La vita non si perde, ma ritorna a Chi ce l’ha data”. E l’augurio pasquale di don Vinicio al termine della puntata è stato: “essere felici e far felici gli altri”

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