martedì 29 settembre 2015

Economia Sociale: Trasparenza e Regole Condivise !




La cooperazione sociale sta indubbiamente vivendo nella realtà romana un momento difficile. E’ l’inevitabile conseguenza di quella vicenda che passa sotto il nome di Mafia Capitale e che, per quanto abbia toccato poche e limitate realtà di quel variegato mondo, ne ha indubbiamente diffuso nell’opinione pubblica un’immagine quantomeno falsata. Un evidente danno per quella miriade di esperienze che tanto hanno dato in questi anni in termini di occupazione, ma soprattutto di inserimento sociale e lavorativo di quelle che noi chiamiamo, e che soprattutto l’Europa chiama, fasce deboli del mercato del lavoro, persone con disabilità o svantaggiate, quali i disoccupati di lunga durata, appartenenti a minoranze a rischio di esclusione sociale o, comunque, a categorie socialmente emarginate. Non sono stati certo loro i beneficiari dei torbidi intrighi di Mafia Capitale. E per questo non possiamo che sostenere ed apprezzare il forte impegno delle istituzioni locali nel cercare di sgominare anche in questo campo ogni forma di malaffare.


Ma spetta indubbiamente a noi anche il compito di segnalare possibili errori o forzature che rischierebbero di  compromettere o quantomeno indebolire l’importante e positiva funzione che tante cooperative sociali hanno in questi anni svolto per le nostre comunità. Sarebbe, ad esempio, un grave errore se, sull’onda dello scandalo, si andassero ad eliminare affidamenti diretti sotto soglia comunitaria o quote di appalti riservate ad imprese sociali, come avviene a Roma ad esempio con il 5 per cento di manutenzione del verde pubblico. 

Si andrebbe contro il buon senso e, soprattutto, contro la stessa Europa che, con la Direttiva 800 del 2008 e con quella più recente, la 24 del febbraio 2014, interviene in favore dell’adozione di clausole sociali negli appalti pubblici per l’impatto che questi ultimi hanno sulla vita economica e sociale dei territori. E non a caso lo stesso Governo nelle “Linee guida per la riforma del Terzo Settore” prevede tra gli obiettivi: “Far decollare davvero l’impresa sociale, per arricchire il panorama delle istituzioni economiche e sociali del nostro Paese dimostrando che capitalismo e solidarietà possono abbracciarsi in modo nuovo attraverso l’affermazione di uno spazio imprenditoriale non residuale per le organizzazioni private che, senza scopo di lucro, producono e scambiano in via continuativa beni e servizi per realizzare obiettivi di interesse generale”.


Stroncare il malaffare, quindi, definire norme certe e trasparenti nelle procedure di gara, ma senza perdere di vista l’obiettivo di promuovere e sostenere quell’economia sociale che genera nei territori sviluppo, lavoro e, soprattutto, concreta solidarietà. E’ allora il momento che il mondo dell’economia sociale esca allo scoperto e faccia sentire la sua voce. E’ urgente un confronto aperto con le istituzioni locali, che consenta di definire programmi e regole condivise, che facciano prevalere rigore, legalità e, soprattutto, il comune interesse di dare reale e concreto sostegno anche attraverso il lavoro alle fasce più deboli della nostra società.

Augusto Battaglia

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