E’ finalmente arrivato il voto
finale per la legge sul “Dopo di noi”. Una legge a lungo attesa da quella
generazione di famiglie che negli anni settanta seppe fare una scelta
coraggiosa, quella di credere nella possibilità di una piena integrazione dei
loro figli disabili nella scuola, nel lavoro, nella società.
E furono non pochi
i genitori che in quegli anni si rimboccarono le maniche e si gettarono anima e
corpo nella difficile impresa di costruire insieme una società diversa ed
accogliente, in un duro impegno quotidiano di sostegno ai loro figli e di lotta
per ottenere leggi e diritti.
Da quel grande lavoro vennero una
dopo l’altra la legge 118 che promuoveva moderni servizi di assistenza e di
riabilitazione, il Dpr 384 per l’abbattimento delle barriere architettoniche,
la 517 che sanciva il diritto allo studio, la 18 con l’indennità di
accompagnamento, la 104 vero e proprio decalogo dell’integrazione, la 162 sulla
vita indipendente, la 68 per il diritto al lavoro. Tante poi le leggi regionali
in materia e le delibere dei Comuni che andavano a costruire quella rete di
servizi domiciliari, diurni e residenziali a supporto di una complessa e non
facile quotidianità.
Con la legge approvata Parlamento
ed istituzioni hanno saputo dare una puntuale risposta ad un tema
che ancora
una volta quelle famiglie hanno imposto con determinazione all’attenzione
dell’opinione pubblica: “Che fine faranno quei nostri figli quando noi genitori
non saremo più in grado di assisterli?”. Come promuovere da subito percorsi di
integrazione, alternativi alla famiglia ma non emarginanti, perché costruiti “prima
del dopo”, avvalendosi della rete di relazioni e di servizi dei territori dove
quelle ragazze e quei ragazzi sono cresciuti, con la loro disabilità ma anche
con le loro qualità, competenze, affetti, amicizie e voglia di vivere.
La nuova legge risponde con
concretezza a questa inedita domanda del mondo della disabilità ed apre una
nuova fase. Famiglie, associazioni, volontari, operatori ancora una volta sono
chiamati a raccogliere la sfida, prendere il testimone ed avviarsi verso un
nuovo e non facile traguardo. Sarà inevitabilmente un cammino duro ed
impegnativo, ma ne varrà la pena. E la Comunità di Capodarco con la Fondazione
Prima del Dopo sarà anche questa una volta con le famiglie in prima linea.
Augusto Battaglia
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